giovedì 25 dicembre 2008

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Una favola nella favola

Giovedi 2 agosto in piazza Hortis è andata in scena una favola nella favola.
C'era un pubblico che era venuto ad assistere ad una animazione e un gruppo che si esibiva interagendo con il pubblico con vari personaggi (due gabbiani, Nestore e Argo, due cigni, Antonio e Cleo, due folletti, Geco, un mago Rem Cipao, un gruppone di gabbiani).
Man mano che la favola scritta con amore da Ennio Braida andava avanti e i personaggi uscivano nella piazza ad interagire con il pubblico, si stava creando un'altra favola, venivano abbattute le differenza, venivano tolti i sostegni e veniva dato spazio alla libera espressione, alla messa in gioco di emozioni attraverso la semplicità e la spontaneità, bambini, anziani, educatori, assistenti, genitori, studenti, vacanzieri, passanti, tutti i presenti venivano avvolti da una bolla di gruppo, dove ognuno era protagonisti del momento.
Alla fine la piazza è tornata quella di prima ma nel giardino segreto di ognuno di noi è stato messo un seme molto importante, quello del divertimento nel senso di divergere lo sguardo e il pensiero in angolazioni più ampie, quella dell'animare nel senso di dare vita, quello dell'educazione nel senso di condurre, portare alla luce.
Poter comunicare, emozionando ed emozionandosi, e poi regalare quello che si è costruito a chi ha voglia di vederlo. Abbiamo iniziato andando oltre quella sedia, poi siamo andati oltre quell’età, e poi ancora oltre quel colore della pelle, oltre quella diversità, oltre quella religione, e continuiamo ad andare……… OLTRE.
Nel percorso abbiamo avuto una trasformazione, in un gruppo di persone che si sente libero di esprimersi ognuno con le proprie capacità e con i propri limiti senza giudicare né sentirsi giudicati, in questo modo abbiamo tirato fuori la nostra voglia di vivere e far uscire i nostri versi, pensieri, gesti, canti, balli, emozioni, oltre l'etichetta di disabili, diversamente abili, timidi, stressati, disturbati, strani, esagerati che sia. I genitori si accorgono del salto di qualità dei loro figli che si sono liberati dalle catene del simbolo e si sentono liberi di essere persone con un handicap ma chi non ce l'ha? E così noi non diamo importanza all'handicap ma all'espressione di se stessi.
Si pensa troppo al sintomo, alla sindrome , al problema e c'è troppo poco spazio per la persona, noi vogliamo affrontare le sbarre della superficialità … c'è una ragazza che si era chiusa in se stessa e attraverso la teatrabilità si è permessa di recitare la sua rabbia e anche la sua passione d'amore…si sfoga e dice posso vero? Siamo a teatrabilità…ed ecco la recita di se stessi…..e lei commenta così: "Mi stanno attaccati, non mi lasciano vivere, io voglio vivere!
Mi piace il teatro! Quando siamo svegli dal sonno della banalità possiamo imparare giocando o creando.
Il teatro è un mezzo della mia vita, si impara crescendo insieme al gruppo per poi essere pronti ad andare nel mondo come individui..
Io non sono disabile, io sono Olly (Maria Benedetta Poillucci)
E Libera Ziviani aggiunge: "se io sono diversamente abile, tu sei diversamente sano ed inutilmente abile che mi fai impazzire.
Un grazie di cuore ad Ennio Braida, Maurizia Moro e l'associazione In Cammino per averci dato questa opportunità al Comune di Trieste per averci aperto le porte a questa iniziativa nel contesto di "Serestate" e al gruppo "Oltre quella sedia" per il coraggio di osare e andare oltre.

Marco Tortul

Facce da gnapaciupa

Un'animazione video

Intervista a Marco Tortul

• Teatrabilità: ci dice cos’è per lei, che ne è l’ideatore?

Non si può spiegare quello che facciamo si può solo farlo vivere; non è un attività, è attraverso lo strumento attività ( danza, canto, mimica, ballo, poesia, teatro, giochi interattivi ecc. ) che viene data l'opportunità di essere se stessi partendo dal suo modo di esprimersi in quel momento, si tratta di far uscire quello che abbiamo dentro e lo teniamo per i pochi eletti, e troppo spesso le persone etichettate diverse non hanno nessun eletto a cui potersi affidare.
C'è tanta assistenza e troppa poca educazione.
Per educare bisogna avere prima il coraggio di andare oltre le etichette ed entrare nel fanciullo che è in ognuno di noi, anche nella persone etichettata disabile

• Porterete alla settimana dei Bambini lo spettacolo “L’attesa”. Cosa vorrebbe che rimanesse ai ragazzi dal vostro spettacolo?

Innanzitutto vorrei dire che anche gli insegnanti avranno l’opportunità di cogliere il nostro messaggio, cioè che la spontaneità è la vera arte e la semplicità la vera forza e le persone etichettate diverse possono essere il vero aiuto a chi non riesce ad uscire dall’incapsulamento delle etichette (bullo, timido, stressato, emotivamente disturbato, down, bravo, cattivo, strano…)…perché alla fine tutti siamo diversi!

• L’edizione di quest’anno celebrerà il valore della diversità. Che significa per lei la diversità?

La vera ricchezza dell’essere umano

• Il suo curriculum parla di tante esperienze lavorative e formative a stretto contatto con persone disabili. Oltre ad essere una professione, la sua è una passione ed una scelta?

Io da piccolo ero un bambino timido che si vergognava di tutto, e parlavo pochissimo ma mi piaceva tanto osservare..e nell’osservazione notavo che persone non brave, non belle, non capaci, ecc., venivano messe in parte, così dall’osservazione sono passato all’azione…qualcuno mi ha detto che sono un pioniere, io mi sento semplicemente una persona che mette in azione la sua anima

• Come si colloca la “Settimana dei Bambini del Mediterraneo” all’interno delle attività dell’associazione. Ci sono stati commenti entusiastici dai ragazzi del suo gruppo sulle precedenti edizioni dell’iniziativa?

Per tutti noi la settimana dei bambini del mediterraneo è un’opportunità fantastica per vivere la vita perché oltre che gli spettacoli noi facciamo anche un viaggio in treno di notte e stiamo insieme tra amici condividendo emozioni varie ed i commenti dopo l’esperienza dello scorso anno sono stati positivissimi per la meravigliosa accoglienza che abbiamo avuto e per la meravigliosa creazione che è stata fatta dal carissimo Lorenzo Caiolo e tutti i collaboratori
• Cosa c’è realmente e secondo lei “oltre quella sedia”?

Lo descrivo con un disegnino

Teatrabilità

Poter comunicare, emozionando ed emozionandosi, e poi regalare quello che si è costruito a chi ha voglia di vederlo. Nel percorso abbiamo avuto una trasformazione, in un gruppo di persone che si sente libero di esprimersi ognuno con le proprie capacità e con i propri limiti senza giudicare né sentirsi giudicati, in questo modo abbiamo tirato fuori la nostra voglia di vivere e far uscire i nostri versi, pensieri, emozioni oltre l'etichetta di disabili, diversamente abili, timidi, stressati, disturbati, strani, esagerati che sia. I genitori si accorgono del salto di qualità dei loro figli che si sono liberati dalle catene del simbolo e si sentono liberi di essere persone con un handicap ma chi non ce l'ha? E così non diamo importanza all'handicap ma all'espressione di se stessi, per esempio c'è il luogo comune dei down che sono dolci, affettuosi e carini.. ma questa è la caratteristica della sindrome di down o la caratteristica di quella persona con la sua esperienza di vita?
Si pensa troppo al sintomo, alla sindrome , al problema e c'è troppo poco spazio per la persona, noi vogliamo affrontare le sbarre della superficialità …i ragazzi con la sindrome di down sono anche aggressivi, stufi, rabbiosi di non essere accettati, non essere capiti se non con falsi abbracci caritatevoli...c'è una ragazza che si è chiusa in se stessa e attraverso la teatrabilità si è permessa di recitare la sua rabbia e anche la sua passione d'amore…si sfoga e dice posso vero? Siamo a teatro…ed ecco la recita di se stessi…..e lei commenta così: "Mi stanno attaccati, non mi lasciano vivere, io voglio vivere!
Mi piace il teatro! Quando siamo svegli dal sonno della banalità possiamo imparare giocando o creando.
Il teatro è un mezzo della mia vita, si impara crescendo insieme al gruppo per poi essere pronti ad andare nel mondo come individui..
io non sono disabile, io sono olly
E la sua mamma commenta così: "La prima risposta a cui penso riguarda le tante opportunità, evidenti e quasi ovvie, che Mb ha incontrato frequentando il vostro gruppo: il calore di una amicizia, portata avanti tanti anni , il sentirsi protagonista , in un insieme di protagonisti , il non essere costretta ad usare i suoi soliti automatismi di difesa, in risposta alla paura di richieste troppo elevate ,la possibilità di esprimere le sue risorse e potenzialità, sapendo che verranno apprezzate. Tutto questo, certo la fa sentire a suo agio, libera.
Ma c'è di più e questo riguarda direttamente me e l'immagine astratta di una figlia ideale che ha sempre guidato il mio rapportarmi con Mb: l'immagine di una "Mia Figlia", che si presentasse e apparisse , comunque , il più vicino possibile alla normalità.
Per anni ho cercato di costruire un manichino , adatto a stare nel mondo, in maniera congrua , in maniera ,appunto, Normale. Ma quando accade che mi scontro con Olli, che balla , felice, tutta la sua seduzione e il suo amore
o con la cantante del " Canto straniero", che fa vibrare le corde più intime di una disperazione, che si porta dentro da una vita, mi rendo conto allora che , malgrado me e malgrado i miei modelli, la parte più genuina , spontanea e vera di Mb è sempre viva , pronta ad aprirsi e a gridare la sua voglia di esserci .
E' così che la teatrabilità dà , finalmente, a Mb l'opportunità di essere se stessa ,
di essere , appunto, Olli."
Poi un incontro in città per bere un caffè su un disegno che ha creato "Fri" dove ha diviso i disabili dai diversamente abili e dai normali e sviluppando un dialogo e una riflessione in viale venti settembre con degli adolescenti seduti sulle panchine che stavano facendo caos passando il tempo ha detto:
"nel mondo ci sono i diversamente abili, e si dividono in meno down, down gravi, down notevoli, poi i disabili che sono quelli con handicap fisico, sedia a rotelle, ciechi, muti, sordi, stampelle ecc.. e i diversamente sani che sono così inutilmente abili che mi fanno impazzire, non mi sento capita, non mi sento libera di vivere"
E poi ragazzi con difficoltà di comunicazione e di relazione perchè altre sindromi per esempio di Williams li hanno fatti fermare mentalmente dicono gli esperti a 8 / 9 anni ma la loro esperienza di vita li ha fatto imparare altre cose, se il cervello si è fermato non è detto che tutto il cervello si sia fermato, ma solo una parte, (la chiamano cognitiva)…ma la parte di esperienza, di relazione è ben che attiva ma nessuno gli crede e li continua a considerare solamente per la loro sindrome senza mai dargli né fiducia né tantomeno responsabilità mentre sta guardando un film alla tv dove il personaggio principale rimane solo e nessuno gli crede (mentre alla fine lui avrà avuto ragione) commenta: "è come me!" in che senso ? gli chiedo: perché nessuno gli crede, come me, nessuno mi crede mai in quello che dico!". La teatrabilità gli ha dato l'opportunità di esprimersi e lui ha tirato fuori capacità mimiche attraverso le quali fa uscire le sue emozioni, gli ha dato la fiducia in sé che gli mancava, o altre persone definite tristi, socialmente sole e disadattate che dicono: "Teatrabilità è l'opportunità, il modo, l'occasione, per esprimersi, ognuno ha delle capacità ma per timidezza o mancanza di occasioni vive un po’ in letargo, vi si adagia, oppure assopisce, oppure le cose represse scaturiscono in una forma di rabbia.
Io sono timida, anche se all'apparenza non sembra e non sono assolutamente abituata a stare con le persone in modo aperto così mi abituo al modo di essere degli altri, mi faccio trascinare, vorrei credere di più in me stessa, amo il teatro e amo poter esprimermi per quello che sono, sento che questo gruppo è per me questa opportunità di allenarmi ad essere me stessa."
Non si può spiegare quello che facciamo si può solo farlo vivere, non è un attività, è attraverso lo strumento attività ( danza, canto, mimica, ballo, poesia, giochi interattivi ecc. ) viene data l'opportunità di essere se stessi partendo da quello che uno è in quel momento e partendo dal suo modo di esprimersi in quel momento, di far uscire quello che abbiamo dentro e lo teniamo per i pochi eletti, e troppo spesso le persone etichettate diverse non hanno nessun eletto a cui potersi affidare.
C'è tanta assistenza e troppa poca educazione.
Per educare bisogna avere prima il coraggio di andare oltre le etichette ed entrare nel fanciullo che è in ognuno di noi.

lunedì 22 dicembre 2008

Le caratteristiche dello stile teatrabilità

Non è un luogo, non è un'attività, non è un corso, non è una lezione, non è una scuola, non è uno sport, non è un passatempo, non è un diversivo, non è una "cazzata", non è facile, non è un miracolo, non è una parentesi, non è volontariato, non è una costrizione, non è bello, non è brutto, non è interessante, non è inutile, non è sempre uguale, …è semplicemente un'opportunità di esprimere sé stessi attraverso la liberazione delle proprie capacità, emozioni, desideri, in un insieme di persone (gruppo) che hanno il coraggio di mettersi in gioco.
Si, il coraggio, perché in questa società di oggi dove non si fa più fatica, dove non serve più impegnarsi, dove i valori di base della vita sono secondari se non terziari rispetto al nauseabondo tutto e subito, c'è bisogno di coraggio, che è una forza morale che mette in grado di intraprendere grandi cose e di affrontare difficoltà con piena responsabilità e consapevolezza.
Coraggio di andare oltre le etichette, tutti siamo disabili in qualcosa, la disabilità è nella vita, (timidezza, sensi di colpa, insicurezze, ecc.) nessuno può fare tutto, ma tutti possiamo fare qualcosa, mentre le persone imprigionate nelle etichette (e non solo la disabilità) non possono fare più di quello che sono abituati a fare.
Ecco il perché del nostro mettersi in gioco, andare oltre come un ponte per poter raggiungere obiettivi più elevati.

"…Diverso da tutti quei normali che credono di essere normali ma continuano a dirsi che ognuno è diverso e allora chi sono gli strani….lui che accetta di essere diverso ma non viene accettato per la sua diversità o loro che non accettano di essere diversi e vengono accettati per quello che appaiono?…essere o apparire…..è un continuo grido che canta.. è un canto straniero…" (tratto dallo spettacolo essere o apparire di Marco Tortul)

domenica 21 dicembre 2008

Lo stile teatrabilità

Un gruppo di persone che promuove le singole individualità attraverso la forza del gruppo, che cerca di portare una nuova cultura attraverso uno stile, lo stile teatrabilità.
Attraverso il gruppo, con la spontaneità e la semplicità, i singoli individui si sono scoperti rinnovati nell'animo, nello spirito, nel corpo e soprattutto nel quotidiano e questo ha fatto sì di osservare e sentire che la teatrabilità esce dal contesto teatrale ed entra nel contesto sociale a tutti i livelli. Creiamo anche spettacoli opere d'arte che sono mezzi e non fini, mezzi per metterci in gioco davanti ad un pubblico e per dare un messaggio in modo più amplio.
Il gruppo dà l'opportunità al singolo di sentirsi accettato per quello che è; la prima cosa che fai quando ti metti in gioco con noi è quello che sai fare e questo arricchisce il gruppo che ridona al singolo la fiducia in sé stesso e l'opportunità di crescere attraverso la stimolazione reciproca spontanea che avviene in questi casi.
lL tre parole chiave di questo stile:
animazione, educazione, libera espressione.
Animare: dare vita
Educere: condurre verso
ex-premere: spingere fuori, forzare all'esterno

sabato 20 dicembre 2008

Curriculum vitae

Curriculum vitae
Oltre quella sedia
La spontaneità è la vera arte ……
La semplicità è la vera forza…….

spettacoli messi in scena:

febbraio 2003 " Arlecchino e i suoi amici "
maggio 2004 " Oltre quella sedia "
ottobre 2005 "Le belle statuine sono pronte?" (partecipazione al festiva "Arte ed espressivita''" organizzato dalla provincia di Gorizia)
aprile 2006 "essere o apparire" (partecipazione al palio degli asinelli di Trieste)
maggio 2007 "essere o apparire" teatro oratorio Roiano Trieste
maggio 2007 "essere o apparire" partecipazione al festival "teatro e disabilita'" organizzato dall'Azienda sanitaria di Rovigo (premiati come miglior gruppo per mimica e gestualita')
luglio 2007 "essere o apparire" partecipazione alla festa dello sport di San Vendemmino (TV) (serata organizzata dall'associazione di volontariato "L'arcobaleno" di San Vendemmiano)
agosto 2007 "il giardino dei segreti" partecipazione a "Serestate" di Trieste
ottobre 2007 "essere o apparire" partecipazione "Albatros poeta auditorium Concordia Pn
Ottobre 2007 3 spettacoli durante la settimana dei bambini del mediterraneo Ostuni
Novembre 2007 "essere o apparire" all'ITIS di Trieste
Dicembre 2007 “Nel mare” teatro oratorio Roiano Trieste
Aprile 2008 “l’attesa” scuola elementare San Vendemmiano per i 50 anni dell’anfas
Aprile 2008 “l’attesa” scuola superiore Gemona del Friuli
Maggio 2008 “L’attesa” teatro san giovanni Trieste per scuole elementari comprensorio
Maggio 2008 “Il filo di Sofia” teatro roiano favola per bambini
Maggio 2008 “l’attesa” sala parrocchiale remanzacco Udine
Agosto 2008 “L’attesa” Bilione (Udine)
Agosto 2008 “l’attesa” presso csm Aurisina (Trieste)
Settembre 2008 performance “l’attesa” piazza Goldoni Trieste
Ottobre 2008 “l’attesa” presso sala parrocchiale Salino (Udine)
Ottobre 2008 6 repliche dello spettacolo “l’attesa” durante la settimana dei bambini del mediterraneo (Ostuni – Br)

interventi sul campo:

novembre 2004 Caffe' san Marco di Trieste conferenza animata sulla teatrabilita'
dicembre 2004 happening teatrale dal titolo "la gioia nell'handicap" al Caffe' san Marco di Trieste
dicembre 2004 "animazione spontanea" durante un viaggio in treno Trieste / Pescara,
gennaio 2005 animazione teatrale delle befane presso "AIAS" di Monfalcone
febbraio 2005 animazione teatrale di carnevale presso "associazione dei volontari della sofferenza" Ruda (Udine)
marzo 2005 Scuola media san Canzian d'isonzo (Go) animazione e teoria sull'avvicinamento all'handicap
marzo 2005 inaugurazione "A mezza via ", sede associazione Incammino (che si occupa di disabilita' a Trieste) con animazione musicale
aprile 2005 libreria "Giunti al punto" di Trieste, conferenza animata e animazione con bambini
giugno 2005 giochi di animazione nel giardino di Villa Revoltella (Trieste)
luglio 2005 giochi di animazione nel giardino di Villa Revoltella (Trieste)
agosto 2005 serate di animazione per l'associazione D.U.M di Udine durante i loro soggiorni estivi a Bibione (Ud)
agosto 2005 incontri di animazione sociale per volontari per l'associazione D.U.M. di Udine durante i loro soggiorni estivi a Bibione (Ud)
settembre 2005 giochi di animazione nel giardino di Villa Hengelmann a Trieste
settembre 2005 presentazione animata del progetto presso il "Zeleni Center" di Vrhpolje (Slovenia) nel contesto della manifestazione culturale intitolata "Jam Creative Session"
novembre 2005 happening di teatrabilita' durante l'open day al C.S.M. di Domio (Trieste)
novembre 2005 partecipazione al convegno internazionale di Rimini sull'integrazione scolastica, organizzato dal centro studi Erickson di Trento, con relazione animata del nostro progetto
gennaio 2006 animazione "il Calzetto" presso "il trullo" di Monfalcone
(in collaborazione con l'aias)
marzo 2006 animazione in collaborazione con l'Unitalsi di Trieste durante l'incontro "di primavera" organizzato per i volontari e i "malati" dell'Unitalsi di Ts
maggio 2006 intervento di conoscenza della teatrabilita' nella scuola elementare di Turriacco (Go)
settembre 2006 presentazione animata presso il Caffe' san Marco di Trieste
da ottobre 2006 collaborazione con l'Anffas di Gorizia con teatrabilita' in movimento
da dicembre 2006 ad aprile 2007 collaborazione con la parrocchia di Mossa (Go)
con teatrabilita' al catechiscmo
da marzo 2007 collaborazione con scuola superiore di Trieste "De Sandrinelli"
maggio 2007 presentazione animata del progetto durante la tavola rotonda organizzata durante la rassegna teatrale "Teatro e disabilita'" organizzato dall'azienda sanitaria di Rovigo
luglio 2007 inizio progetto di collaborazione con DUM di Udine per formazione volontari e creazione di una loro rappresentazione con metodi di teatrabilita'
settembre 2007 inizio teatrabilità in movimento con Anffas di Gorizia (secondo anno)
settembre 2007 performance di teatrabilità alla galleria Tergesteo di Trieste
ottobre 2007 partecipazione alla rassegna teatrale "L'albatros poeta" di Pordenone con il nostro spettacolo "essere o apparire"
ottobre 2007 partecipazione alla "settimana dei bambini del Mediterraneo" organizzato dal comune di Ostuni
novembre 2007 performance di teatrabilità all'ITIS di TRIESTE
dicembre 2007 spettacolo “Sconcertanti” creato assieme al Dum di Udine alla sala parrocchiale di san Pio x (Ud) prima rappresentazione nel progetto di collaborazione con il Dum
gennaio 2008 laboratorio ai margini: essere o apparire, dipende durante psicodramma a più voci (Provaglio di Iseo Brescia)
marzo - maggio 2008 interventi di teatrabilità scuola superiore Sandrinelli Trieste
maggio 2008 performance teatrabilità scuola Sandrinelli
agosto 2008 performance teatrabilità centro salute mentale Aurisina (Trieste)
settembre 2008 stage di teatrabilità (una settimana) a Enemonzo (Udine)
settembre 2008 performance teatrabilità casa vacanza Enemonzo (Udine)

venerdì 19 dicembre 2008

La Storia

La teatrabilità é nata nel 2002 come idea, l'idea si è sviluppata in un corso , il corso ha creato uno spettacolo, lo spettacolo ha formato un gruppo (denominato Oltre quella sedia) e il gruppo è diventato un'opportunità per rinnovarsi e trasmettere una nuova cultura, cioè che tutti possiamo realmente giocare al meraviglioso spettacolo che è la vita, non serve essere né esperti né inesperti, né professionisti né alle prime armi, né abili né disabili, né appassionati né curiosi, né bambini, né giovani né anziani, né forti né deboli, basta essere esseri umani

La teatrabilità come uno strumento quindi. per esprimere la propria libertà di essere, per sentirsi gruppo per sentirsi accettati per quello che si è, per fare esperienza di vita.