giovedì 25 dicembre 2008

Intervista a Marco Tortul

• Teatrabilità: ci dice cos’è per lei, che ne è l’ideatore?

Non si può spiegare quello che facciamo si può solo farlo vivere; non è un attività, è attraverso lo strumento attività ( danza, canto, mimica, ballo, poesia, teatro, giochi interattivi ecc. ) che viene data l'opportunità di essere se stessi partendo dal suo modo di esprimersi in quel momento, si tratta di far uscire quello che abbiamo dentro e lo teniamo per i pochi eletti, e troppo spesso le persone etichettate diverse non hanno nessun eletto a cui potersi affidare.
C'è tanta assistenza e troppa poca educazione.
Per educare bisogna avere prima il coraggio di andare oltre le etichette ed entrare nel fanciullo che è in ognuno di noi, anche nella persone etichettata disabile

• Porterete alla settimana dei Bambini lo spettacolo “L’attesa”. Cosa vorrebbe che rimanesse ai ragazzi dal vostro spettacolo?

Innanzitutto vorrei dire che anche gli insegnanti avranno l’opportunità di cogliere il nostro messaggio, cioè che la spontaneità è la vera arte e la semplicità la vera forza e le persone etichettate diverse possono essere il vero aiuto a chi non riesce ad uscire dall’incapsulamento delle etichette (bullo, timido, stressato, emotivamente disturbato, down, bravo, cattivo, strano…)…perché alla fine tutti siamo diversi!

• L’edizione di quest’anno celebrerà il valore della diversità. Che significa per lei la diversità?

La vera ricchezza dell’essere umano

• Il suo curriculum parla di tante esperienze lavorative e formative a stretto contatto con persone disabili. Oltre ad essere una professione, la sua è una passione ed una scelta?

Io da piccolo ero un bambino timido che si vergognava di tutto, e parlavo pochissimo ma mi piaceva tanto osservare..e nell’osservazione notavo che persone non brave, non belle, non capaci, ecc., venivano messe in parte, così dall’osservazione sono passato all’azione…qualcuno mi ha detto che sono un pioniere, io mi sento semplicemente una persona che mette in azione la sua anima

• Come si colloca la “Settimana dei Bambini del Mediterraneo” all’interno delle attività dell’associazione. Ci sono stati commenti entusiastici dai ragazzi del suo gruppo sulle precedenti edizioni dell’iniziativa?

Per tutti noi la settimana dei bambini del mediterraneo è un’opportunità fantastica per vivere la vita perché oltre che gli spettacoli noi facciamo anche un viaggio in treno di notte e stiamo insieme tra amici condividendo emozioni varie ed i commenti dopo l’esperienza dello scorso anno sono stati positivissimi per la meravigliosa accoglienza che abbiamo avuto e per la meravigliosa creazione che è stata fatta dal carissimo Lorenzo Caiolo e tutti i collaboratori
• Cosa c’è realmente e secondo lei “oltre quella sedia”?

Lo descrivo con un disegnino

1 commento:

franco ha detto...

forse la teatrbilità,più che un modo di far teatro o di realizzare un gruppo,può esser considerato uno stile di vita?
Franco